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Perché Montecristo

Basta nominarla per evocare pensieri fantastici, tanto misteriosa quanto selvaggia, l’isola di Montecristo è una delle sette isole che compongono l’Arcipelago Toscano. Secondo l’antico mito, una perla della preziosa collana che Paride donò a Venere, e che, scivolata dalla mano della dea mentre l’agganciava frettolosamente, precipitò in mare insieme ad altre sei gemme a loro volta mutate in isole...
Delle sette, Montecristo è forse la più suggestiva, tanto da meritarsi di entrare nell’eterno letterario grazie al celebre romanzo Le Comte de Monte-Cristo di A. Dumas, del 1844.

Granitica, scoscesa e coperta di arbusteti e pini, l’isola di Montecristo è stata costituita a riserva naturale integrale nel 1971. Nonostante la caratteristica forma conica e la superficie quasi inaccessibile, in passato l’hanno abitata Fenici e Cartaginesi, e poi i Romani che ivi costruirono un tempio dedicato a Giove. All’epoca delle persecuzioni contro i primi Cristiani divenne sicuro rifugio per eremiti e monaci, come Mamiliano che trascorse la sua vita solitaria nella Grotta detta appunto, del Santo. Successivamente, ad opera dell’ordine dei Monaci Camaldolesi venne completata un’abbazia dedicata a San Mamiliano e l’isola diventò sede di una piccola comunità di monaci che vide il suo declino verso il XIV secolo. Quando Corsari e pirati Saraceni infestarono le coste mediterranee, l’abbazia venne in parte distrutta, e il piccolo nucleo di abitanti riuscì a salvarsi fuggendo e rifugiandosi nel monastero di San Michele in Borgo, a Pisa.

Nell’Ottocento ci furono tenui tentativi di far rifiorire l’abbazia fino a quando nel 1852 l’inglese George Watson Taylor acquistò l’isola per 50.000 lire e la trasformò in una splendida area verde con la residenza Villa Reale, tutt’ora visitabile. Nel 1869 il Governo italiano acquistò l’isola e la trasformò in colonia penale. Il demanio di Livorno la concesse poi in affitto al marchese Carlo Ginori Lisci che ne fece una residenza di caccia privata. Nel 1889 fu ceduta al re Vittorio Emanuele III. In tempi più recenti fu concessa ad un consorzio di pescatori, ma finalmente, il 4 marzo 1971 fu ufficialmente dichiarata Riserva Nazionale dello Stato.

Attualmente il controllo dell’isola di Montecristo spetta al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e al Comando dei Carabinieri per la tutela delle biodiversità dei Parchi, con possibilità di accesso solo giornaliero ed esclusivamente controllato da guide autorizzate, limitato ad un massimo di duemila visitatori l’anno. Panorami e tramonti leggendari regalano un ricordo unico a tutti coloro che la possono visitare.

Ogni regatante di “100diMontecristo” si porta gelosamente custodito nel proprio sguardo e nel proprio cuore un’emozione speciale rallegrata talvolta dalla vista di branchi di delfini che nuotano e volteggiano sulle scie delle imbarcazioni. …un po’ come veleggiare sospesi tra sogno e realtà, tra competizione e incanto…